TERAMO – Riceviamo e pubblichiamo una sollecitazione di un nostro lettore, che lancia degli interrogativi in merito alle cosiddette “casette dell’acqua”, istituite da diversi Comuni della costa. Domande che giriamo al Ruzzo e agli stessi amministratori dei Comuni interessati.
Sarei curioso di sapere se gli enti locali che hanno aderito all’iniziativa "le case dell’acqua", nelle quali si distribuisce acqua potabile ad un costo di € 0,05 per litro, ossia € 50,00 al mc, utilizzino per tale servizio l’acqua prelevata dai fontanini pubblici gestiti dal Ruzzo. Ricordo solo a me stesso che un mc corrisponde a mille litri. Nell’ipotesi positiva, ritengo che i cittadini debbano essere informati. In ogni caso, mi sembra una contraddizione che i medesimi enti locali tuonino contro un aumento minimo della tariffa idrica applicata dal Ruzzo (da € 1,38 ad € 1,50 al mc), incremento che, peraltro, potrebbe contribuire a risanare la finanza di quell’azienda, ovviamente con una gestione sana, esaltando contemporaneamente l’iniziativa delle " case dell’acqua " che, in contrario, comportano un costo per i cittadini assolutamente sproporzionato al prodotto venduto (utilizzo scientemente una terminologia commerciale), sia in termini di servizio che di qualità dell’acqua. E se dovesse risultare che quegli enti locali prelevino acqua dai fontanini pubblici senza pagare i consumi al Ruzzo?